dal 5/10/97 al 11/10/97
Settimana 19
Lanzarote
Domenica
Oggi dovremmo arrivare a Lanzarote, ci viene la smania e decidiamo di andare a motore contro un bel mare. Alle 10.30 Annalisa avvista la terra, e come dice il manuale dei Glenans, avrà diritto ad una doppia razione di alcool.
Anche sottovento all’isola il mare ed il vento non hanno pietà; ci becchiamo i colpi di vento fino a dentro al porto di Arrecife che raggiungiamo alle 15.30.
Ci ancoriamo in mezzo al porto, ci saranno almeno altre 30 barche. L’acqua è sporca e c’è una gran puzza di pesce marcio ma siamo finalmente arrivati! Sembra incredibile che la barca non rolli e che non si sentano le botte delle onde.
Beviamo una birra per festeggiare, poi, un po’ storditi ci addormentiamo. La sera barcollanti ci facciamo un giro ad Arrecife che ci sembra molto sporca e squallida e poi ce ne andiamo a letto per un meritato riposo.
Lunedì
Domani arrivano i genitori di Annalisa, quindi ci trasferiamo nel marina di Puerto Calero, che è una decina di miglia più a sud di Arrecife. Il marina è nuovo e molto confortevole, o per lo meno lo sarà quando le ruspe termineranno i lavoro di ampliamento. Nonostante la stanchezza, scarpiniamo per 4 o 5 chilometri per raggiungere il paese di Puerto del Carmen, percorrendo uno splendido sentiero a strapiombo sull’oceano. Il paese è carino, turistico con un bel porticciolo per le barche dei pescatori. La sera per festeggiare ci facciamo i calamari ripieni alla Lampedusana (ricetta di Gianfranco), con una bottiglia di vino bianco.
Martedì
Arrivano i genitori di Annalisa. La sera festeggiamo al ristorante con un ottimo pesce e il “Grifo” che è il malvasia di Lanzarote.
Mercoledì, Giovedì, Venerdì, Sabato
Noleggiamo una macchina e iniziamo la caccia ai tesori di Lanzarote. Il primo è la “Montanas del Fuego”, ed il parco nazionale di Timanfaya. Per accedere al parco si attraversa una valle piena di lava nera solidificata che da’ l’impressione di trovarsi in mezzo ad un campo appena arato, solo che le zolle sono alte svariati metri e sono di roccia e non di terra.
Il paesaggio lunare di Lanzarote è frutto di un’enorme eruzione iniziata nel 1730 e durata 6 anni. Si apersero 30 crateri che vomitarono tanta lava da inondare l’altopiano interno di uno strato di 10 metri di lava e aumentando del 30% la superficie dell’isola.
Facciamo i turisti visitando la restante nord dell’isola dove si trovano molte attrazioni turistiche sapientemente valorizzate da un famoso architetto di Lanzarote.
All’interno dell’isola ci imbattiamo nelle straordinarie vigne. Essendo Lanzarote vulcanica e molto arida sembrerebbe impossibile crescerci qualcosa, invece i contadini del luogo, che devono essere molto cocciuti, riescono a tirarci fuori un ottimo vino. Sentite cosa si sono inventati per crescere le viti: Scavano dei fossi circolari, li circondano con dei muretti di pietre per proteggere dal vento, li riempiono di cenere (che trattiene l’umidità) e poi ci piantano dei fichi d’india. Dopo qualche anno piantano la vite in mezzo alle radici del fico d’india in modo da avere l’umidità necessaria a sopravvivere.