dal 15/02/98 al 21/02/98
Settimana 38
Trinidad
Domenica
Alle 10.30 ci ancoriamo nella verdissima baia di “Scotland Bay”, che è tutta circondata da alte montagne con la foresta che scende fino al livello del mare.
L’acqua è torbida e strapiena di meduse, una cosa incredibile; chissà se qualcuno si azzarda a fare il bagno. Ci sono altre quattro barche e anche se non sarebbe regolare, bisognerebbe prima fare i documenti di ingresso, decidiamo di starcene qui a riposare.
Quando cala il sole tutto si dipinge di nero; un buio così non l’avevamo ancora trovato. Solo qualche timida lucina proveniente dalle altre barche e tutto il resto è nero, non si distingue l’acqua dalla foresta.
Lunedì
Ci spostiamo a Chaguaramas. Il porto è poco distante e ci troviamo ancorate centinaia di barche. Siamo in pieno periodo di carnevale, e dato che il carnevale di Trinidad non è di molto inferiore a quello brasiliano, tutte le barche dei dintorni si radunano qui per parteciparvi.
A Trinidad, inoltre, ci sono una decina di cantieri in cui si può fare la manutenzione della barca a prezzi ottimi e anche lasciare la barca custodita per tornarsene in Europa tranquilli (poiché Trinidad è fuori dalla fascia dei cicloni).
Come se non bastasse Chaguaramas è porto franco, quindi si può ricevere della merce senza pagare né IVA né tasse di importazione. Nel pomeriggio smontiamo il salpancore. Abbiamo trovato dei residui di sale nell’armadietto a prua che ne contiene il motore, e quindi crediamo ci sia una piccola infiltrazione di acqua dal barbottino.
L’interno del salpancore è tutto incrostato di una melma marrone, causata da un misto di sale e grasso. Dopo averlo pulito bene capiamo il motivo per cui filtra l’acqua e domani dovremo fargli una base di plastica (che per fortuna abbiamo) per rialzarlo dalla coperta, mettendo del neoprene come guarnizione.
Verso sera, non avendone abbastanza dei nostri piccoli guai, andiamo a sistemare anche quelli degli altri, infatti c’è Massimo del Msabu (una barca da regata di 20 metri super leggera) che ha un problema alla radio così andiamo a dare un’occhiata.
Martedì
Lorenzo ritorna su Msabu e dopo un paio d’ore conclude che l’accordatore non funziona. Al ritorno rimontiamo il salpancore. È meglio avere il salpancore in ordine dato che l’affollamento di barche è tale che quando cala il vento, a causa di strane correnti ogni barca si orienta in modo diverso e rischia di andare a toccare le altre.
Una faticata! Il motore, piuttosto pesante, va montato all’interno di uno stipetto, il che costringe Lorenzo a lavorare con la testa dentro l’armadietto e a contorcersi per avvitare le viti. Comunque siamo soddisfatti e provando a tirare dei secchi d’acqua sembra che ora non ci siano più infiltrazioni.
Verso sera facciamo un salto in dogana e con nostro stupore scopriamo che la merce ordinata per fax, tre giorni fa negli Stati Uniti, è già arrivata. Non la ritiriamo perché è tardi e non vogliamo pagare lo straordinario ai doganieri, ma siamo sollevati e contenti.
Mercoledì
Mentre Annalisa fa la lavandaia, Lorenzo va a sdoganare la merce. E’ semplicissimo, una firma in un registro e in cinque minuti senza pagare niente ci consegnano gli scatoloni pieni di roba.
Passiamo il pomeriggio a spacchettare i nuovi giochi, ma passato l’entusiasmo iniziale, capiamo che ci aspettano parecchi giorni di lavoro e impazzimenti per montare tutto.
Per oggi è sufficiente, alle 14 prendiamo il minibus per Port of Spain, andiamo a fare un po i turisti. Sul bus incontriamo Ross e Katrin australiani del Bob. Lui è sconvolto, chiediamo che cosa è successo e Caterine ci dice che Ross ha preso la Deng (una malattia simile alla malaria che è trasmessa dalle zanzare) e stanno andando in ospedale.
Gli facciamo gli auguri e un po scossi ce ne andiamo in giro per la città. L’atmosfera è strana, la frenesia della grande città si mischia alla calma, la tranquillità e la gentilezza della gente. Tra pochi giorni c’è il carnevale (che è paragonato a quello di Rio) e tutti si preparano al grande evento. Al crepuscolo ce ne torniamo in barca.
Giovedì
Di prima mattina iniziamo con l’istallare il nuovo serbatoio per l’acqua. E flessibile ha la forma triangolare del gavone di prua e ha una capacità di 120 litri, che ci serviranno quando saremo in Pacifico.
Svuotiamo il gavone e subito l’interno della barca diventa un casino. Utensili da tutte le parti, cose che prima erano stivate in giro ovunque; non ci facciamo prendere dal panico e dopo un ora passata chiuso dentro il gavone Lorenzo termina l’installazione.
Proviamo a metterci dentro un po d’acqua e sembra funzionare. Bene un lavoro è fatto! Nel pomeriggio sentiamo bussare nello scafo. Ci affacciamo e che sorpresa! Sono Derrik e Juanita di Dream Weaver, ci eravamo lasciati in Gambia. Grandi saluti e racconti, la serata finisce al bar davanti una birra.
Venerdì
Andiamo a fare le pratiche di uscita, poi nel pomeriggio insieme a Derrik e Juanita si va in città a vedere la finale del “King and Queen of Carnival”.
La sfilata si svolge all’interno di un grosso tendone e siccome arriviamo presto, riusciamo a trovare dei buoni posti. Pian piano la tribuna si riempie di gente; sono tutti tiratissimi.
Le donne sfoggiano delle elaborate acconciature e dei vestiti con strass e lustrini. Inizia la sfilata delle regine e .. rimaniamo a bocca aperta. I vestiti sono giganteschi e dato il peso, sono sorretti da telai metallici su ruote.
Un bellissimo pesce rosso, un tacchino, il fondale corallino con i pesci questi secondo noi sono le regine più belle. Iniziano gli uomini e i costumi sono ancora più sfarzosi; sapremo poi che alcuni arrivano a pesare 300 Kg. I costumi sono come dei piccoli carri mascherati, hanno dei bracci meccanici che si muovono telecomandati, sparano piccoli fuochi artificiali e alcuni sono illuminati dall’interno.
Alla premiazione sembra di essere al palio di Siena. La “contrada” vincitrice salta tutta sul palco, improvvisando danze e canti di gioia e di scherno verso i perdenti. Alla fine ci spostiamo sul retro ad ammirare lo smontaggio e l’imballaggio dei costumi, poi prendiamo un affollatissimo minibus che ci riporta a Chaguaramas.
Sabato
Ci mettiamo tutto il giorno a sistemare il casino e a rendere la barca navigabile, domani partiremo per Los Testigos, Venezuela. Verso sera siamo invitati a cena da Peppino e Lucia di Maracla. Sono gli unici Italiani che oltre a noi passeranno Panama quest’anno e passiamo una piacevole serata.