Settimana 169
dal 20 agosto – 26 agosto
Domenica
Nosy Mitsio
Giornata di lavoretti e commerci
Un polletto (magro magro) per qualche maglietta, delle uova, limoni, conchiglie.
Gli abitanti del villaggio non hanno molto da fare, così vengono a fare un giro in canoa alla nostra barca per vedere se riescono a fare qualche baratto. 2 chiacchiere, o meglio qualche gesto, dato che non abbiamo una lingua in comune. Poi ci mostrano la loro mercanzia e si da il via alle contrattazioni. Ci sono cose che abbiamo come della vecchia bigiotteria e le magliette che sono molto richieste, mentre un paio di vecchie scarpe non riusciamo a scambiarle neanche per 3 limoni!
Si passano parola tra loro, perchè arrivano e richiedono esplicitamente di avere in cambio le cose a cui mirano. Le ragazzine vogliono la bigiotteria!
Lunedì
A pesca di squali
Alle 7 abbiamo appuntamento in spiaggia con Zaccaria, un pescatore di un villaggio dall’altra parte dell’isola, che ieri pomeriggio ha promesso di portarci a pescare con loro. E’ in ritardo, incominciamo a pensare che ci abbia bidonato, quando spunta da un boschetto. Lo seguiamo a passo spedito lungo un sentiero che porta nel lato Sud dell’isola. Arriviamo in una baia con una lunga spiaggia; poche capanne sotto gli alberi ed una barca tradizionale che galleggia ancorata davanti al piccolo villaggio.
Ci mostra con orgoglio la sua casa, un capanna in riva al mare con una piattaforma di cemento davanti in cui sono stese delle stuoie di foglie di palma intrecciate; in un angolo qualche pentola annerita, dei sacchi di iuta contenenti sale da usare per salare il pesce pescato, reti da pesca da aggiustare ed un grosso bidone contenente la benzina per il fuoribordo della barca.
Zaccaria riempie la tanica di benzina, raccoglie qualche cocco da bere, riempie un’altra tanica con acqua da bere e poi si parte. Ci imbarchiamo su una barca di legno di circa 9 metri con vela tradizionale ed un fuoribordo da 25Cv; a bordo Zaccaria più un aiutante e 3 ragazzini. Si parte con la vela issata ed il motore dato che non c’è un filo di vento.
Si va a ritirare le reti che hanno calato ieri sera al tramonto, l’obiettivo è di pescare squali dei quali le pinne verranno vendute a caro prezzo ad un mercante cinese per fare delle stupide zuppe, mentre la carne, che non è tanto buona, verrà salata e venduta a poco prezzo al mercato di Nosy Be.
Raggiungiamo un boa gialla e l’equipaggio inizia a recuperare la rete, chiaramente a mano! E’ lunga 600 mt ed è un lavoro duro sotto un sole cocente. Recuperano la rete per quasi un ora senza neanche un pesce, poi un grosso dentice da 5kg, quindi ancora niente. La rete spesso si impiglia ai coralli sul fondo, il che costringe l’equipaggio a grossi sforzi per tirarla su strappandola; a volte si devono aiutare con il motore.
Poi tirano su la rete che è completamente tranciata, i 5 confabulano sul motivo; noi non capiamo ma ipotizziamo che o una balena o un grosso squalo balena abbia strappato tutto. Accendono il motore e raggiungono la boa all’altra estremità da dove iniziano a recuperare l’altra parte di rete.
Ri-iniziano a tirare su la rete sotto un sole impietoso; hanno i visi tirati, fanno una gran fatica e non pescano niente. Poi sul viso di Zaccaria compare un sorriso, ci fa cenno di avvicinarci con la mano; c’è qualcosa di chiaro nella rete: uno squalo. Dopo aver accertato che non sia vivo ( il malcapitato è rimasto strozzato nelle maglie della rete) viene buttato a bordo. Ce n’è un altro della stessa razza, sono squali grigi. Non abbiamo una gran simpatia per questo tipo di squali, quando si pesca con il fucile in acqua, sono abbastanza aggressivi e possono diventare pericolosi; però la scena è straziante e pensare che vengano pescati solo per le pinne…
Dopo mezzora gli squali sul fondo della barca sono 7 di cui 2 innocui squalo leopardo.
Si torna al villaggio, la pesca è finita; si va a motore con il mare liscio quando una grossa ombra scura passa sotto la barca: “uno squalo balena!”. E’ veramente enorme e ci sentiamo piccoli sulla nostra barchetta.
Arrivati alla spiaggia gli squali vengono sbarcati ed immediatamente macellati . Le pinne in un secchio mentre la carne viene tagliata a listelli, salata e poi stesa a seccare al sole. Il tutto davanti a donne, bambini che guardano e commentano.
Il sole sta tramontando, siamo stanchissimi dopo una giornata sotto il sole, riusciamo a tornare in barca e dopo un veloce piatto di spaghetti ci buttiamo in cuccetta a dormire
Martedì
Riposo
Ci dobbiamo preparare a partire per le Seychelles. Ci attende mare molto grosso e vento contrario per cui dobbiamo prepararci bene sia psicologicamente che fisicamente. Ascoltiamo due volte al giorno le previsioni meteo in francese di radio Mayotte e sono sempre uguali, mare grosso e vento a 25-30 nodi.
Facciamo il pane, poi andiamo a terra a bruciare l’immondizia e ne approfittiamo per fare qualche commercio con i ragazzi del villaggio.
Alle 17 aperitivo a bordo di Javarra. Sono australiani ed è interessante sentire i loro racconti di viaggio dato che hanno fatto una rotta inusuale. dall’Australia sono andati in Giappone ed in Russia!
Mercoledì
Partiamo o no?
Aspettiamo ancora un giorno. Il meteo è rimasto uguale e non abbiamo voglia di andarci a beccare la burrasca.
Passiamo la giornata ad oziare, studiare le carte e a riportare i punti degli atolli lungo la rotta per Mahe nel GPS.
Giovedì
Attesa
Questa notte il vento ha soffiato forte, abbiamo dormito poco. Alle 7 Radio Mayotte annuncia burrasca a Cape D’Ambre, la punta nord del Madagascar, voglia di partire sotto zero.
Stiamo in barca a fare qualche lavoretto: incolliamo il tread master sul ponte, verniciamo la bombola del gas che si era arrugginita.
Ogni tanto viene qualcuno in canoa a proporci qualche scambio: uova, limoni, papaie. Ormai abbiamo finito le magliette da scambio, c’è rimasto solo un sacchetto pieno di bigiotteria. Arricciano il naso, si fanno il giro dalle altre barche poi tornano ed accettano. La trattativa deve essere essere sempre presa come un gioco. Ti mostrano la loro mercanzia, per esempio un sacchetto di limoni, Annalisa va a prendere qualcosa da scambiare e quando torna si accorge che i limoni si sono dimezzati! Se non si dice niente si fa la figura degli stupidi, per cui con le buone maniere e con il sorriso gli si fa notare che i limoni sono spariti. Si mettono a ridere e con lo sguardo ti dicono: volevo vedere se te ne accorgevi! Diamo fondo a tutto quello che abbiamo, un paio di pantaloncini macchiati di vernice valgono 15 uova freschissime!
Venerdì
A pesca
La previsione è invariata, 30 -35 nodi su Cape D’Ambre
Dall’indecisione se affrontare il capo in quelle condizioni o stare qui ci tolgono Nicole e Patric che con il gommone ci vengono a trovare con una proposta: “andiamo a pescare, venite con noi?”. Gli occhi di Lorenzo si illuminano…ma veramente noi vorremmo partire….
“Siete matti! con forza 7 non si parte.”
Dopo poco siamo sulla loro barca, Aturè, e ci spostiamo sulla punta nord ovest di Mitsio e ci ancoriamo davanti ad una spiaggetta dorata. Il fondale è ricco di formazioni coralline e l’acqua è limpida per essere in Madagascar. L’acqua è fredda ma piena di pesci, in un paio d’ore Lorenzo e Patric riempiono una cassetta di pesci.
Per il pranzo torniamo nella baia più protetta e Nicole prepara due pesci arrosto con una deliziosa maionese.
Passiamo il pomeriggio a parlare del Madagascar, paese poverissimo nonostante le ricchezze naturali
Sabato
Ci muoviamo
La speranza che il vento diminuisca è vana, la previsione è forza 7. Scalpitiamo e dopo 3 giorni che siamo pronti a partire abbiamo voglia di muoverci. Decidiamo di andare nella baia di Amponkarana, 30 miglia più a nord, così almeno ci avviciniamo un po alla nostra meta.
Nel caso avessimo avuto la tentazione di affrontare il capo, ci passa. La navigazione fino alla baia è agitata, violente raffiche ci costringono a ridurre le vele ed ad utilizzare l’olimpico.
Ci ancoriamo dietro un isoletta all’interno della baia, siamo al riparo ma il vento soffia violento.
Quando ci siamo ancorati qui all’arrivo in Madagascar i locali ci hanno portato dei deliziosi granchi del fango. Non sarebbe male se ce ne portassero ancora, ma oggi non c’è anima viva.
Siamo veramente fuori dal mondo la baia è selvaggia e non si vede presenza umana, il cielo è nuvoloso il vento soffia forte; ci chiudiamo in barca.