Settimana 103 – dal 16/05/99 al 22/05/99
Domenica
Finalmente il tempo si è rimesso. Con Mario, Francesco e Sonia, abbiamo appuntamento in un isoletta, Tapana, dove una simpatica famiglia spagnola di artisti e ballerini di flamenco, sta costruendo un ristorante con vista su una bellissima laguna.
In realtà sono ancora all’inizio dei lavori, hanno appena disboscato un’area e per ora vivono ancora in tenda. Poveretti, l’isola è non ha zone piane, hanno montato le tende in pendenza, quando piove si bagnano tutti e la zona è infestata dalle zanzare.
Comunque sono allegri equando facciamo la loro conoscenza sono alle prese con la costruzione di una scalinata in cemento, e da buoni artisti lavorano “ad occhio”, senzalivella o filo a piombo, e si vede!
Lunedì
Rimaniamo a Tapana approfittando del posto incantevole e molto riparato. E’ un po’ che sentiamo una strana vibrazione all’asse dell’elica ed è venuto il momento di capire esattamente dov’è il problema. Nonostante l’acqua fresca, Lorenzo in apnea smonta l’elica, che è la presunta colpevole.
Proviamo a far girare l’asse senza elica e la vibrazione si sente lo stesso. Non può essere altro che l’asse dell’elica storto, alle Fiji ci toccherà alare la barca e sistemare il problema. Rimontiamo tutto e tra un bullone e l’altro Lorenzo trova il tempo di pescare il pranzo.
Martedì
Ci spostiamo all’ancoraggio N°8 (alle Vavau i nomi delle baie sono talmente complicati ed impronunciabili che si utilizzano i numeri assegnati agli ancoraggi dalla Mooring’s, che gestisce un grosso noleggio di barche a Neiafu).
Il tempo non è ancora stabile, ma c’è il sole e il clima è leggermente più mite dei giorni precedenti. Ci ancoriamo dietro una scenografica lingua di sabbia bianca che unisce un’isoletta ad un’isola più grande.
Immediatamente una famigliola di tongani ci abborda per venderci dei cestini di pandano intrecciato. Annalisa gli chiede se vogliono scambiarli, ci pensano un attimo e poi con un sorriso ci dicono di si. In cambio di una maglietta e una scatola di carne, che si mangiano immediatamente fredda, ci danno un paio di cestini finemente intrecciati con foglie di pandano chiare e scure.
Tre barche neozelandesi si ancorano intorno a noi, sono tutte famiglie con bambini e sono appena arrivati, lo si nota dalla mancanza di abbronzatura! La traversata tra la Nuova Zelanda e le Tonga (o le Fiji) è di solito dura e a volte durissima, a causa delle forti depressioni antartiche che passano ad intervalli di uno o due giorni.
Ogni anno ci sono sempre delle barche disperse e queste allegre famigliole, su barche di 10-11 metri sono veramente da ammirare. Sono simpatici e scambiamo quattro chiacchiere. Ci dicono che sono partiti da Auckland insieme con una trentina di altre barche e la traversata è andata bene, con solo una piccola burrasca il secondo giorno.
Mercoledì
Torniamo a Neiafu con la speranza che il tempo si mantenga bello, dato che abbiamo intenzione di andare a Nukualofa (la capitale delle Tonga che si trova su un atollo a circa 150 miglia più a sud) per accogliere la mamma di Annalisa. Facciamo la spesa e passiamo la serata da Francesco e Sonia.
Giovedì
La burocrazia tongana è esasperante, dobbiamo fare le pratiche di uscita anche se non lasciamo la nazione e alla polizia ci fanno perdere un sacco di tempo perché non trovano l’apposito modulo. Ritorniamo al pomeriggio, il modulo non è saltato fuori e ci fanno scrivere le solite quattro informazioni (nome della barca, i nostri nomi, n° di passaporto, ecc…) su un pezzo di carta e ci danno il via libera.
Torniamo in barca a sistemarci per la partenza e mentre siamo indaffarati sentiamo bussare, mettiamo la testa fuori e vediamo una testolina bianca con due grandi occhioni azzurri.
Che sorpresa! E’ Mattias in braccio alla sua mamma. E’ nato 4 mesi fa a Pago Pago dove i genitori olandesi si sono fermati per la stagione dei cicloni. Li avevamo incontrati alle Marchesi a Fatu Hiva, lei era incinta di 5 mesi, e ci chiedevamo dove fossero finiti. Il bambino sta benissimo, e si è già beccato la sua prima burrasca (la stessa che abbiamo preso noi) durante la navigazione dalle Samoa alle Tonga.
Venerdì
Ci alziamo pronti a partire, ma mettiamo il naso fuori e i nostri entusiasmi si raffreddano subito. E’ tutto grigio e, a giudicare dalla velocità di spostamento delle nuvole, c’è anche vento forte. Prendiamo la cartina meteo e c’è una sorpresa poco piacevole. C’è un “disturbo tropicale (in pratica è un inizio di vortice ciclonico, da cui, se ci sono le condizioni giuste, prende vita un ciclone) sulle Fiji e si sta spostando velocemente verso di noi. La depressione ci raggiungerà fra un paio di giorni e quindi ci guardiamo bene dal partire.
Nel pomeriggio arrivano Gigi e Irene del Va Pensiero, dopo una pessima traversata da Suvaroff, con poco vento e temporali. Festeggiamo l’incontro con una bella pizza al Sunset.
Sabato
La depressione si sta intensificando, e le informazioni che riceve Gigi via satellite annunciano venti intorno ai 35 nodi in aumento.
Abbandoniamo quindi l’idea di andare a Nukualofa in barca e passiamo la mattina in agenzia per prenotare il volo per la mamma di Annalisa da Nukualofa a Neiafu. La cosa non è semplice, perché all’inizio ci dicono che l’aereo è pieno, poi dopo un paio d’ore di telefonate ci dicono che non ci sono problemi.
Ci spostiamo a Port Morel, a poche miglia da Neiafu, giusto per farci un bagno. Cena sul Va Pensiero.