Apataki

Settimana 88 dal 31/01/99 al 6/02/99

Domenica

Dopo colazione scendiamo, Assam ci sta aspettando. Il programma della giornata prevede un picnic sul motu Rue Vahine con raccolta delle noci di cocco per la copra.

Ma prima, dato che è domenica ci attende una piccola messa, tenuta dallo stesso Assam, che è pastore della chiesa dei santi del settimo giorno (o qualcosa del genere), nella cucina di casa.

Ci chiede di metterci in circolo dandoci la mano. Siamo noi quattro, più lui, Mamy, Eiariki e Lionel e Moana. Mamy inizia un canto da brivido in polinesiano con una voce bellissima che sembra musica. Poi Assam prega per tutti sia in francese che in polinesiano, con un’intensità tale che alla fine si commuove.

La messa finisce con una canzone gioiosa intonata da Mamy e seguita dagli altri. Prima di partire diamo un’occhiata alla radio trasmittente di Assam, che lui usa per comunicare con i figli a Papeete, e che sembra non funzionare tanto bene. Dopo un’ispezione sul palo dell’antenna Lorenzo trova il problema:hanno collegato insieme due antenne con la speranza che due siano  meglio di una. Sbrigate queste faccende si parte, tutti meno Assam, che rimane di guardia: anche in paradiso rubano!

Arrivati allo splendido motu, prima di fare il picnic bisogna guadagnarsi il pane. Tutti a raccogliere le noci di cocco mature. E’ un lavoro pesante dato che bisogna raccoglierle, insaccarle e portare i sacchi in barca, con un caldo impietoso. Pranzo a base di carne in scatola e fagioli innaffiati da abbondanti noci di cocco verdi.

Poi le donne vanno a prendere i benitier (grosse conchiglie bivalve) mentre gli uomini vanno a pesca. Si torna quando il sole è ormai basso carichi di cocchi e pesci.

Questa sera durante la cena Assam e Mamy ci raccontano come hanno vissuto i primi esperimenti nucleari fatti a cielo aperto dai francesi in polinesia. Loro vivevano ad Hao, un atollo vicino a Mururoa e che era la base logistica dei militari francesi alle Tuamotu, e si ricordano le esplosioni. I polinesiani, non essendo a conoscenza dei danni causati dalle esplosioni atomiche, erano contenti perché i francesi offrivano loro soldi, beni, voli aerei gratuiti etc.

All’inizio le esplosioni erano esterne e gli stessi militari prendevano ben poche precauzioni. Dopo ogni esplosione, le navi cariche di camion provenienti da Mururoa si fermavano nella laguna di Hao e lavavano con l’acqua a pressione tutto il ponte ed i mezzi scaricando l’acqua contaminata all’interno dell’atollo.

Mamy ci racconta che subito si sono accorti che qualcosa non andava. Infatti dopo molti casi di intossicazione hanno vietato di mangiare le conchiglie raccolte nella laguna, poi i pesci. Poi con gli anni sono cominciati a comparire i primi casi di leucemia, cancro, bambini nati malformati. Quindi i francesi hanno continuato a fare gli esperimenti sotterranei e gli ultimi sono stati fatti nel 1995, con grosse proteste in tutto il mondo.

Lunedì

Nella fattoria delle perle il lavoro è ripreso. Oggi di prima mattina hanno raccolto centinaia di ostriche già “greffate”, cioè come dice Assam, con il bebè (la perla).

Ogni tre mesi le ostriche con la perla devono essere prelevate dai loro filari, portate a terra, controllate, pulite dalle concrezioni e riportate in laguna. E’ un lavoro delicato, dato che in questa fase le ostriche sono sotto stress e vanno trattate con tutti i riguardi. addirittura sembrano parlare tutti sottovoce e non ci sono gli usuali scherzi e battute tra i ragazzi.

Per cena facciamo la pizza per tutti. La cosa è molto gradita e facciamo un successone dato che non ne rimane neanche un pezzo! Per loro cambiare cibo è sempre una festa dato che mangiano pesce quasi tutti i giorni due volte al dì.

Martedì

Fa un caldo bestiale! facciamo qualche lavoretto in barca e ce ne stiamo in pozzetto all’ombra a chiacchierare. L’evento della giornata è una caccia infruttuosa ad una grossa razza leopardo.

Questi splendidi animali, che fanno la gioia di tutti i sub dato che nuotano muovendo le ali come dei grossi uccelli e sono molto fotogenici, sono odiati da tutti gli allevatori di ostriche dato che le razze ne sono ghiotte. Così alla vista di una razza Assam e i suoi ragazzi sono scattati in barca con l’intenzione di farla fuori. Gli hanno sparato due volte con il fucile da sub e per due volte hanno rotto il grosso filo di nylon che unisce la freccia al fucile.

Mercoledì

Oggi andiamo a visitare alcune delle molteplici attività dell’azienda di Assam. La  prima è un grosso allevamento di galline da uova. Sono più di 600 e forniscono centinaia di uova al giorno che vengono raccolte, lavate, impaccate e vendute alla nave che ogni giovedì fa visita all’atollo.

Forniscono le uova a gran parte delle Tuamotu. Con lo sterco prodotto dalle galline concimano il terreno per le piantagioni di vaniglia. La vaniglia è una pianta rampicante e la fanno crescere su delle pile di gusci esterni di noci di cocco. Dato che le piante non amano il sole, le piantagioni sono protette da dei teli di tela traforata nera. La pianta una volta ogni 6 mesi va impollinata artificialmente, poi fa dei baccelli lunghi e verdi che sembrano dei fagiolini. Questi vengono raccolti, fatti seccare al sole e diventano i bastoncini scuri profumatissimi.

Dato che sugli atolli non ci sono fruttivendoli, qui hanno pensato bene di impiantare un grosso orto. Dato che la terra dell’atollo è piuttosto sterile, le piante vengono coltivate in sacchetti contenenti sabbia mescolata a sterco di gallina. Per innaffiare si usa l’acqua del sottosuolo, che non è buona da bere ma va benissimo per le piante.

Giovedì

Gigi e Patrizia dedicano la mattinata ai preparativi per la partenza, poi nel pomeriggio scendiamo tutti a fare l’idromassaggio. Non è una jacuzzi, ma sicuramente molto più scenografica. E’ uno stretto passaggio tra la laguna e l’oceano e durante il montare o il discendere delle marea si formano delle forti correnti che creano l’idromassaggio. Purtroppo becchiamo un momento di stanca, ma dopotutto non è che siamo poi ne stanchi ne stressati e lo spettacolo che si gode mentre si è a bagno è sufficiente a massaggiare, se non altro il cervello!

Dato che domani si parte Annalisa e Patrizia si scatenano nello shopping delle perle. Mamy gli mostra un centinaio di perle che le tiene impegnate per più di un ora. Sono bellissime con decine di forme e sfumature di colore differenti.

Per l’ultima cena Assam ci prepara il famoso caveo, il granchio del cocco. E’ abbastanza buono, anche se ci aspettavamo qualcosa di più. Ci diciamo addio sulla spiaggia e facciamo appena in tempo ad arrivare in barca che si scatena un temporale violentissimo con venti da nord-ovest. In pochi minuti la laguna diventa un mare in burrasca con onde di due metri.

La barca si impenna sulle onde e ad un certo punto siamo costretti ad accendere il motore per alleviare un poco lo sforzo sulla catena. Ce la vediamo brutta dato che abbiamo dietro di noi delle teste di corallo a poche decine di metri: se l’ancora non tiene siamo fregati!

Durante uno stranissimo giro di vento di 360° il gommone finisce a prua sotto la catena e per un pelo non lo affondiamo: ce la caviamo con un remo rotto. Intanto notiamo delle luci a terra: è Assam che con la ruspa cerca di tirare in secco la sua lancia che sta sbattendo contro la banchina. Il finimondo dura un paio d’ore, poi piano piano si calma e ci permette prima di rilassarsi e poi di dormire qualche ora.

Venerdì

Sveglia alle 5.30 e partenza immediata, in modo da essere al villaggio prima delle 9.30 orario di chiusura dell’ufficio postale. Traffichiamo un bel po’ a levare  l’ancora dato che con i giri di vento della sera scorsa la catena si è letteralmente attorcigliata attorno ad una testa di corallo. L’acqua è calma e trasparente e ci permette di vedere chiaramente da che parte tirare.

Percorriamo velocemente le 8 miglia a motore e ci ormeggiamo nella passe nella banchina per le navi. Mentre Gigi e Patrizia finiscono i preparativi Lorenzo fa un salto all’aeroporto per avere conferma dell’orario del volo. Purtroppo c’è una brutta notizia: l’aereo è rotto ed il volo è stato annullato.

Dopo qualche minuto di panico arriva la soluzione alternativa. E’ un barcone pieno di ostriche che si ormeggia alla banchina per scaricare della merce e poi immediatamente riparte per Rangiroa. Gigi e Patrizia colgono la palla al balzo e in pochi minuti increduli dell’avventura che stanno vivendo ci salutano dalla navetta in partenza.

Nel pomeriggio vediamo arrivare un’altra barca a vela. E’ Felice la barca norvegese di Thomas e Boia che abbiamo conosciuto a Papeete. Nel villaggio c’è fermento, è un evento eccezionale avere due barche in banchina ed i bambini cominciano ad affollarsi curiosi.

Al villaggio c’è anche David e così li invitiamo tutti sul Walkabout per un piatto di pasta e un granchio del cocco che ci hanno regalato i ragazzi che lavorano da Assam.

Sabato

Il tempo non è un granché, il meteo non promette niente di buono e decidiamo di non partire. Quando Eiariki, Lionel e Tesho arrivano ci fanno una gran festa e subito organizzano una battuta di pesca. Di ritorno intanto che si pulisce il pesce sulla passe si radunano subito un sacco di squali, così con tutti i bambini e ragazzini del villaggio facciamo la pesca allo squalo.

Thomas fornisce l’amo che è attaccato ad un robusto cavo di acciaio e nylon. A 10 metri dall’amo leghiamo una boetta in modo che quando lo squalo abbocca se la trascina in profondità e si stanca subito. Al calar della sera abbocca uno squalo, con un potente faro assistiamo alla momento dell’aggancio e alla furia disperata del malcapitato. I bambini urlano tutti eccitati e sembrano divertirsi un mondo, altro che televisione!

Tirato a secco con grande crudeltà viene bastonato da tutti, chissà forse è un modo per esorcizzare il pericolo con cui devono convivere. Cena polinesiana a casa della ospitalissima mamma di Eiariki.