dal 22/09/97 al 28/09/97
Settimana 17
Finalmente lasciamo Gibilterra e disavventura con le reti marocchine
Domenica
Triste domenica a Gibilterra.
Lunedì
Finalmente il genoa è arrivato e ci prepariamo per la partenza.
Martedì
Forza 9 nello stretto, neanche oggi si parte, abbiamo perso il treno del tempo, ora le condizioni meteo sullo stretto si sono deteriorate e di solito ci vogliono due o tre giorni perché si sistemi. Malediciamo il velaio ed il momento in cui abbiamo deciso di acquistare le vele da lui.
Mercoledì
La burrasca è ancora attiva, forza 8 decidiamo di andare a fare un giro in Spagna. Tornando notiamo nel marina una decina di megayacht che scopriamo essere qui a causa della Ryder Cup (una specie di campionato del mondo di Golf).
Giovedì
La burrasca persiste, anche oggi non si parte. La sera andiamo ad ascoltare (da fuori lo stadio visto il costo esorbitante dei biglietti) il concerto di Josè Carreras. Colpo di fortuna, una signora ci offre due biglietti che aveva ottenuto in omaggio, entriamo e ci sediamo in due sedie libere in ottima posizione. Il concerto non è il massimo, c’è vento e si sente il suo fischio nel microfono, inoltre l’impianto di amplificazione non è un granché. Il repertorio è piuttosto leggero, fa anche “o sole mio”, ma d’altronde è adeguato al livello del pubblico, che applaude e urla a metà dei brani come a San Remo.
Venerdì
Siamo ormai decisi a partire nonostante le previsioni meteo non siano perfette, vento da ovest tendente a nord ovest. A mezzogiorno visto che non c’è molto vento decidiamo di anticipare l’uscita dallo stretto in modo da essere lontani quando farà buio. Quindi ci facciamo lo stretto contro corrente, ma a motore non è un grosso problema, alle 18 siamo a Tarifa. Si fa buio e si ripete tristemente una scena gia vissuta. C’è un gran via vai di navi e tantissime luci e così non si nota la luce di segnalazione di una rete ed in poco tempo la nostra velocità decresce fino a zero. Siamo di nuovo impigliati. Dopo pochi minuti si avvicina un peschereccio marocchino che in una lingua mista tra spagnolo, inglese e arabo ci dice di tagliare la rete. Nonostante che siamo ormai esperti in questa operazione, impieghiamo quasi un ora per liberarci. Poi accendiamo il motore, ma subito ci accorgiamo che l’elica non è libera.
Sabato
Avendo un pezzo di rete nell’elica, siamo costretti ad andare a vela, nonostante non ci sia praticamente vento. La cosa non è piacevole in quanto per evitare altre reti siamo stati costretti a ritornare davanti allo stretto di Gibilterra e c’è un traffico incredibile, le navi ci passano da tutte le parti.
Per radio si sentono i pescatori che implorano i comandanti delle navi di deviare per evitare le loro reti. Finalmente fa luce e Lorenzo armato di maschera e coltello si immerge per liberare l’elica. Per fortuna la rete impigliata nell’elica non la ha bloccata, quindi è facile liberarla e non ci sono danni né all’elica né all’albero. L’oceano blu scuro al di sotto della barca fa’ una certa impressione e Lorenzo non ci mette più di 10 secondi.
Andiamo a motore fino a mezzogiorno, quando si alza un venticello da nord e possiamo andare a vela. Dura poco, dopo qualche ora gira a ovest e dobbiamo andare di bolina. Inoltre il cielo si annuvola e si preannuncia una notte poco piacevole. Infatti verso le ventidue si alza il vento ed inizia a piovere e grandinare, sentiamo i tuoni vicinissimi; siamo tutti bagnati e il nostro unico pensiero è quello che arrivi il mattino con il sole.