Isola dei Serpenti

Settimana 187

Dal 24/12/2000 al 30/12/2000

Domenica 24 dicembre 2000

Vigilia di Natale
Passiamo la giornata a navigare controvento, a motore. Troppo faticoso anche scrivere. Per oggi niente diario.

Lunedi 25 dicembre 2000

Natale controvento
Trascorriamo un pessimo giorno di Natale, navigando a motore contro un vento furioso. Speriamo che a voi sia andata meglio.

Martedi 26 dicembre 2000

Verso Isola dei Serpenti
Questa mattina ce la prendiamo con calma. Durante la notte siamo stati svegliati più volte dell’ululato continuo del vento e la stanchezza si sta accumulando. Il sole, al riparo dal vento è caldo e la doccia all’aperto con l’acqua preventivamente scaldata sui fornelli non è troppo traumatica.
“Dai facciamo un altro piccolo sforzo, in 2-3 ore potremmo raggiungere Federico e Renato che sono all’ancora 10 miglia più a nord”. Il vento soffia forte ma per fortuna navighiamo in una zona protetta e la navigazione è meno dura di ieri.
Lo spettacolo delle montagne sulla costa alla nostra sinistra lascia senza fiato. Non c’è traccia né d’essere umano né di vegetazione, solo sabbia gialla e montagne rossastre immerse tra il cielo azzurro ed il mare.
Arriviamo all’Isola dei Serpenti alle 13. Il sole è alto e la luce perfetta per identificare le pericolose “patate”, teste di corallo che innalzandosi dal fondo colorano la superficie del colore del tubero. Il passaggio per l’ingresso alla lagunetta protetta è stretto e l’interno è un campo minato dalle pericolose macchie color patata. Renato ci scorta con il gommone e riusciamo ad evitare tutti i pericoli.
Il posto è fantastico, la laguna celeste è dominata dalla collinetta dorata dell’Isola dei Serpenti, “Ehi perché si chiama così? Non ci saranno mica i serpenti?” “Domani lo scopriremo!” Per cena siamo invitati sull’Ernesto Leoni, la barca di Renato e Cristina, con Federico e Fulvia ed i loro bellissimi bambini.
Il vento a tratti sembra mollare, ma poi riprende ancora più forte. Chiediamo informazioni a Renato sulla meteorologia del Mar Rosso, e’ qui da 14 anni e può essere considerato il massimo esperto dell’area.

Mercoledi 27 dicembre 2000

Isola dei Serpenti
Il vento non molla e non è il caso di muoversi.
Passiamo la mattinata in barca con Federico a discutere di computer e barche e dei numerosi problemi che l’uno e l’altra creano.
Poi nel pomeriggio Renato ci porta con il suo poderoso gommone al reef a nord dell’isoletta per un giro di “ispezione” subacqueo”. Il vento è ancora forte e si formano delle onde piuttosto ripide così ci si deve armare di coraggio prima di buttarsi in acqua. Con grande sorpresa la temperatura del mare non e’ poi così bassa e si sta meglio in acqua che fuori al vento. Una tartaruga marina che nuota con eleganza, due enormi carangidi, cernie, pesci pappagallo, tutti incuranti della nostra presenza. Il corallo purtroppo ha sofferto, deve essere stato il Nino di qualche anno fa, ma si sta riprendendo bene.
La sera ceniamo ancora tutti assieme sull’Ernesto Leoni, la barca di Renato, e passiamo ancora una piacevole serata rievocando ricordi del Pacifico e spremendo le conoscenze di Renato sul Mar Rosso.

Giovedi 28 dicembre 2000

Isola dei Serpenti
Il vento è ancora forte, ma oggi il cielo è velato e un po’ di foschia vela le montagne all’orizzonte. Secondo Renato è un buon segno, significa che il vento calerà. Ora il vento è sui 20-25 nodi e decidiamo di aspettare un altro giorno.
Insieme a Fulvia, Valentina e Diego organizziamo una spedizione sull’Isola dei Serpenti. L’isola sarà alta un centinaio di metri ed è quasi completamente spoglia di vegetazione. Camminando troviamo moltissimi fossili: piccoli datteri di mare, conchiglie simili alle vongole, grossi blocchi di corallo. Probabilmente anticamente c’era solo barriera corallina.
Dalla sommità dell’isola si gode di una splendida vista: tutt’intorno la grande laguna verde smeraldo, a est il mare coperto di onde bianche e a ovest le gialle scogliere dell’isola di Magarsam. Ci sono almeno tre nidi di falchi pescatori. Gli uccelli non gradiscono la nostra intrusione e prima ci fanno dei versacci, poi ci volano sulla testa minacciosi. Sulla spiaggia dall’altro capo dell’isola insieme agli immancabili rifiuti di plastica e macchie di petrolio, troviamo i resti di una tartaruga.
Tornati in barca assaggiamo il formaggio, prodotto mettendo a cagliare un litro di latte durante la scorsa notte: è buonissimo, sembra stracchino. Evidentemente la produzione casearia preferisce i climi temperati rispetto a quelli tropicali, non ci era mai venuto così buono!
Nel pomeriggio Renato ci spiega quali sono gli ancoraggi lungo la costa del Sudan e dell’Egitto. Si vede che bazzica da queste parti da una vita, conosce il Mar Rosso come le sue tasche.

Venerdì 29 dicembre 2000

Marsa Halaka
C’è calma di vento, Renato aveva ragione! Alle 7 siamo in piena attività e alle 8, scortati da Federico che ci precede in gommone, dato che la visibilità è pessima, siamo già fuori.
Ci dispiace partire, ci siamo trovati bene con loro e ci sarebbe piaciuto passare insieme il capodanno, ma da queste parti quando il vento cala bisogna approfittarne, non capita poi tanto spesso. La navigazione è quasi piacevole, sempre a motore, ma senza onda e la temperatura è più piacevole. Il mare in certi punti ribolle a causa dei tonni che si avventano sulle sardine, a volte ci fanno prendere un colpo, sembra che ci sia un bassofondo, invece sono loro che banchettano. Uno abbocca alla nostra canna, ma evidentemente è troppo grosso e dopo averci srotolato tutto il filo dal mulinello, si è portato via la nostra preziosa esca, un pescetto di plastica che vendono a caro prezzo.
Riusciamo a tenere una buona media, e così riusciamo a percorrere quasi 50 miglia ed arrivare fino a marsa Halaka. Siamo indecisi se fermarci o meno, il vento è calmo e dovremmo approfittarne. Diamo un’occhiata al motore e scopriamo di avere un po’ d’acqua in sentina, c’è una perdita da qualche parte. Ci fermiamo a controllare.
L’ingresso nella marsa, che è un vero e proprio canale nel deserto lungo 3 chilometri, è facile, solo che abbiamo il sole negli occhi e ci tocca procedere lentamente.
Risolviamo subito il problema della perdita, una fascetta si era allentata, solo che quando proviamo ad accendere il motore questo non parte, il motorino di avviamento non da segni di vita. Ormai è buio, siamo depressi, ci guarderemo domani.

Sabato 30 dicembre 2000

In rotta verso nord
Dopo una notte piena di incubi e di brutti pensieri circa il motore, alle 6 siamo entrambi svegli pronti a cercare di capire perché non funziona più. Dato che dell’acqua ha colato sul motore supponiamo che ci sia un problema elettrico.
Abbiamo appuntamento alle 8 per radio con Renato. Gli spieghiamo il problema e subito ipotizza che la batteria di avviamento sia partita. Proviamo ad avviare con le batterie dei servizi e il motore, con nostro immenso sollievo parte. L’incubo di noi nel deserto con il motorino d’avviamento nello zaino alla ricerca di un pezzo di ricambio, si dissolve e la vita ci ritorna a sorridere.
C’ è il sole, calma piatta e in 5 minuti rimettiamo tutto a posto e partiamo. La navigazione è veloce, c’è un leggero vento da sud-est, e decidiamo di approfittarne per fare la notte in mare e guadagnare un centinaio di miglia verso nord.