Mayotte

Settimana 165

dal 23/07/00 al 29/07/00

Domenica

Mayotte

E’ giunto il momento di smontare l’invertitore per capire la causa dell’insidioso rumore. Con grande sorpresa e incredibile sollievo scopriamo che i bulloni del giunto toccano e causano il ticchettio, problema di facile soluzione.

Accantoniamo l’idea di mettere in secca la barca contro il muro sfruttando la marea. “Troppo rischioso!” La marea infatti non scende uniformemente e quando la chiglia della barca tocca il fondale una piccola orda può arrivare facendo saltellare pericolosamente la barca. E’ poi l’assenza di un invaso ma il solo appoggio contro un muro ci spaventa.

La notte è piuttosto freschino, cielo nuvoloso e qualche goccia di pioggia situazione anomala per questa stagione

Lunedi

Ci fa visita un funzionario della dogana. Fa l’inventario delle bottiglie di alcolici a bordo. In Madagascar il costo era veramente basso e abbiamo fatto una piccola scorta. Il funzionario ci comunica che è vietato il consumo di alcol sia in barca che a terra

Prendiamo la “Barge” il traghetto per la “Grande terre”, dove andiamo alla ricerca di un Supermercato, ferramenta, un l’internet caffè e non ultimo un posto dove poter fotocopiare le carte nautiche che ci hanno prestato. Torniamo sfiniti all’ancoraggio dopo tutte le commissioni a terra. Siamo invitati a cena su Shady Lady, una barca a vela che gira il mondo come noi. Chiacchiere e scambio di informazioni.

Martedi

Il ricordo della corrosione trovata nella presa mare della cucina è Ben presente ed oggi è giunto il momento di indagare sullo stato delle altre prese a mare. “Per controllare bene le prese a mare del bagno dobbiamo smontare il mobiletto”, “va bene”, “già che ci siamo verniciamo la sentina del bagno” “ok!” e “già che ci siamo smontiamo il cesso” “lavoro di m. ma si dobbiamo farlo”e “già che ci siamo…” “no basta! non finiamo più!”

Ci ritroviamo a sera con il cesso smontato in pozzetto, pezzi dei mobiletti sul ponte, attrezzi sparsi ovunque, Il casino è totale e per un paio di giorni dovremo utilizzare il wc “esterno”, per fortuna siamo ancorati in una zona poco affollata. Pensiamo a Lizzi, una barca a vela di legno storica che abbiamo incontrato più volte che era priva di bagno. A bordo un equipaggio di 12 ragazzi e ragazze danesi molto “sportivi”.

Le prese a mare che hanno la saldatura con la curva in inox sono in perfetto stato, mentre la presa a mare piccola è un po corrosa. Scendiamo a terra alla ricerca di un tornitore, lo troviamo ma non ha il materiale e vista la perfetta pulizia dell’officina deduciamo è da molto tempo che non lavora.

Mercoledi

Carteggiamo e verniciamo

Dopo una dura giornata di lavoro ci consoliamo con un piatto di lasagne

Giovedi

Continuano i lavori e solo nel pomeriggio iniziamo ad intravedere la fine dei lavori

Venerdi

Prendiamo il ferry per andare sulla “Grande Terra” a Mamoudzou per le spese: Supermercato, ferramenta e internet Cafè questo il nostro pellegrinaggio. Al momento di prendere il ferry, carichi di borse si scatena un grosso temporale. Così ci facciamo il tragitto in ferry e sul gommone sotto il diluvio. Arriviamo in barca infreddoliti e bagnati fradici. “Seve un brodino bollente per rimetterci in sesto!”

“Adesso dobbiamo stivare i 15 kg di provviste che abbiamo acquistato”.

Andremo alle Seychelles e siccome corrono voci terroristiche che i supermercati siano sforniti di prodotti alimentari europei abbiamo fatto una buona scorta. “Non vogliamo mica rischiare di morire di fame?” “Sulla nostra barca è impossibile!” Ogni più piccolo spazio è sfruttato per riporre cibo.

Sabato

Il cesso è tornato al suo posto, dopo una accurata manutenzione. La barca ha ripreso un aspetto vivibile, ma solo per pochi minuti perché decidiamo di utilizzare la vernice rimasta per verniciare le bombole del gas. Così di nuovo pennelli e vernice in giro.

Passiamo il pomeriggio allo Yacht Club. Mentre una tanto agognata lavatrice fa il lavoro che solitamente Annalisa fa a mano chiacchieriamo con gli altri Yotty-People , equipaggi delle altre barche a vela in giro per il mondo come noi. Siamo tutti in contemplazione del solo che sta lavorando: un sudafricano che sta contruento un dinghy in compensato marino. Le inutili critiche di noi perditempo bisbigliate sottovoce si sprecano: “E’ troppo leggero”, “Si romperà subito” In realtà siamo invidiosi e ne vorremmo uno anche noi.